Questo non è il migliore dei mondi possibili

Il mondo in cui viviamo ci stava stretto già prima della pandemia del Covid 19. Stava stretto a ciascuno di noi per motivi diversi e ci stava stretto nonostante in un certo qual modo siamo tra i più fortunati (almeno da un punto di vista economico): molti di noi sono medici, operatori sanitari e professionisti, tutti, o quasi, realizzati nel loro ambito di lavoro.

Eppure ci stava stretta l’ingiustizia sociale che rende i poveri sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi. La povertà non ci è mai andata giù e non ci sono mai andati giù i soprusi dei pochi sui molti come quelli dei molti sui pochi.

Ci stava stretta la competizione che è diventata la regola a dei nostri scambi sociali, dai banchi di scuola ai luoghi di lavoro. Abbiamo sentito spesso la mancanza di un luogo in cui collaborare insieme per ottenere reciproca soddisfazione e creare qualcosa insieme per il beneficio di tutti. Questo mondo riesce persino a farci sentire stupidi se fantastichiamo sulle nostre utopie e persino nel voler dare il meglio per il piacere di rendere il mondo migliore.

 

La crisi della medicina convenzionale

 

Nel nostro ambito di lavoro l’insofferenza per lo status quo ha raggiunto l’apice. Troviamo assurdo direzionarci verso una medicina che diventa sempre di più business e lucra sulla malattia. Abbiamo guardato con sospetto la medicina in cui è più importante realizzare uno straordinario multi trapianto d’organo che dia lustro e fama ad un nosocomio, che realizzare una piccola ricerca sui benefici di un prodotto naturale a basso costo che potesse dare benefici a tanti pazienti.

Prima della Sars Cov 2 e delle terapie intensive in crisi, ci stava già stretta la decadenza della medicina ospedaliera con le liste d’attesa infinite e con il personale sempre più scarso nei numeri o oberato di lavoro.

Abbiamo vissuto la stanchezza e la frustrazione dei sanitari per l’impossibilità di fare un buon lavoro e abbiamo capito la stanchezza e la frustrazione di coloro che da pazienti arrivavano a aggredire il personale sanitario, per il loro sentirsi trascurati e non rispettati proprio in quei luoghi che avrebbero dovuto prendersi cura di loro e dei loro cari.

Per troppo tempo siamo comunque andati avanti così. Abbiamo assecondato il sistema.

 

La crisi pandemica

 

Poi il Covid ha fatto scoppiare la bolla.

Sono esplosi i problemi organizzativi e pratici  della medicina ospedaliera. I servizi spesso si sono retti solo sulla buona volontà dei singoli operatori. Ma “i nostri angeli con la mascherina” spesso hanno potuto fare ben poco nelle terapie intensive e nei reparti  stracolmi.

In tanti di quegli stessi reparti, fino a poco prima, il livello di attenzione e cura dei pazienti si era retto anche sull’aiuto dei parenti accanto agli ammalati. Ma durante la pandemia i pazienti si sono trovati soli.

Nel contempo è crollata anche la visione di una medicina scientifica e di ricerca che avrebbe dovuto offrire le risposte più efficaci ed efficienti nella cura. I protocolli hanno saputo offrire solo la vigile attesa come strategia. E si è arrivati all’assurdo di negare l’esistenza delle cure.

La medicina del territorio, poi, ha offerto spesso (per fortuna non in tutti i casi) il peggio di sé: paura, distanza, assenza.

 

IppocrateOrg

 

In questa situazione alcuni uomini hanno deciso che era il momento di farsi carico della missione che come medici avevano scelto di abbracciare e sono letteralmente scesi in campo.

In questo contesto IppocrateOrg ha cominciato ad offrire la cura all’interno di un contesto organizzato: ha raccolto le richieste di aiuto, ha coordinato i medici, ha facilitato la circolazione delle informazioni, ha connesso il livello di intervento a quello della ricerca ma, soprattutto, ha curato più di settantamila persone, molte delle quali durante la prima ondata erano sole a casa, abbandonate al loro destino.

Passata l’onda della pandemia non sono finite le energie, al contrario si sono irrobustite. Così si è continuato a lavorare per diventare una realtà permanente e rendere permanente un modo diverso di curare. Fuori dal business e dalle logiche di mercato; fuori da politica e logiche di potere.

 

La formazione

 

preliminarmente sono stati formati i Referenti Territoriali del Benessere (RTB). Questa formazione ha avuto lo scopo di dare strumenti ai volontari che avrebbero coordinato, creato rete tra i progetti locali esistenti. Il corso per RTB è già al secondo ciclo e solo pochi giorni fa sono stati premiati i progetti più interessanti nati sulla spinta di questa formazione.

È nata la piattaforma Origini.life con lo scopo specifico di creare infrastrutture di supporto e sostegno ai progetti coerenti con la nostra visione del mondo.

Un anno fa dopo mesi e un duro lavoro di progettazione è partita la Scuola di Ippocrate per medici, psicologi e personale sanitario.

La scuola è stata presentata come una scuola biennale di de-specializzazione. Nello specifico, in contrasto con i percorsi universitari di specializzazione che parcellizzano, suddividono  e creano specialisti di un singolo organo del corpo umano, la Scuola di Ippocrate si è impegnata per dare ai sanitari strumenti per reintegrare una visione complessiva dell’uomo e dell’uomo inserito nel mondo.

Per fare questo gli insegnamenti proposti agli oltre 300 iscritti hanno spaziato dall’etica all’epistemologia, dalla fisica dei quanti a quella dell’acqua, dalla farmacologia alla psicoterapia di gruppo e familiare, passando per le ultime ricerche sul microbiota intestinale, sul digiuno, sulla psiconeuroendocrinoimmunologia.

Per realizzare questa formazione è scesa in campo una squadra internazionale di fuoriclasse. Ciascun docente si è impegnato, dedicando tempo ed energie nel progetto, in modo assolutamente gratuito.

 

Quaderni di Ippocrate e la sua missione

 

Il nostro progetto nasce, all’interno della Scuola di Ippocrate, come un modo di restituire al mondo una parte di tutte le nostre conoscenze.

Abbiamo voluto costruire una piattaforma tramite la quale trasmettere sia al grande pubblico sia agli esperti delle materie trattate, con un approccio attento, meticoloso e scientifico, i nuovi elementi che possano creare la base per la costruzione di un nuovo paradigma di cura attento ad ogni dimensione dell’uomo.

Ci impegneremo per portare sempre contenuti nuovi e interessati spaziando dalla fisica e dalla chimica alle medicine tradizionali, dall’omeopatia a all’educazione, dalla psicologia alla filosofia.

In queste pagine vi racconteremo anche qualcosa di noi, dei progetti di IppocrateOrg, soprattutto di quelli più interessanti, soprattutto le eccellenze,  i progetti che rendono gli uomini più consapevoli e più liberi.

Ci farà piacere condividere in queste pagine la nostra visione del mondo e ricevere anche le vostre opinioni.

Un mondo in cui gli uomini lavorano insieme per il reciproco benessere, un mondo in cui ciascuno mette al servizio degli altri i propri talenti.

Essere qui per noi è già un piccolo successo: per realizzarlo abbiamo lavorato insieme e messo insieme i nostri talenti. Per realizzare queste pagine abbiamo creato un ambiente collaborativo e vitale. Speriamo di contagiarvi con la nostra utopia.

 

Francesco D’Onghia

Psicologo Psicoterapeuta

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